Il 5 giugno è la Giornata Mondiale dell’Ambiente.
Si tratta di una ricorrenza sancita nel 1972 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Da quel momento, ogni 5 giugno, l’ONU sceglie un tema particolarmente urgente e chiede a un Paese di ospitare l’evento.
È una ricorrenza che ci invita a riflettere sulle problematiche ambientali che affliggono il nostro Pianeta. Inquinamento, surriscaldamento globale, effetto serra, cambiamenti climatici, sono tematiche molto urgenti e di cui si parla spesso, ma di cui, ancora, non si coglie l’urgenza.
Ecco perché la Giornata Mondiale dell’Ambiente deve combattere la nostra indifferenza e quella dei governi, sollecitandoci, nel nostro piccolo, a fare qualcosa.
La sfida del secolo resta, però, l’inquinamento dei mari a causa della plastica.
Come ha evidenziato l’Unep, ogni anno vengono riversati negli oceani ben 8 milioni di rifiuti plastici che inquinano e distruggono gli habitat sottomarini.
Un consumo sconsiderato di plastica non fa altro che devastare gli oceani e uccidere intere specie animali. Ogni minuto, nel mondo, vengono acquistate 1 milione di bottiglie di plastica e solo una piccolissima parte è riciclata poiché si tratta di uno dei materiali più difficili da riutilizzare.
Greta Thunberg è diventata un’icona della lotta contro i cambiamenti climatici per aver manifestato, da sola, ogni settimana, davanti al Parlamento svedese, allo scopo di sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica mondiale sui disastri dell’ambiente.
La giovanissima studentessa è diventata un esempio emulato in tutto il mondo.
Uomini, donne, studenti e attivisti scendono in campo per pretendere misure che possano salvaguardare la salute del Pianeta, messo a serio rischio da una serie di scellerate scelte politiche, economiche e industriali che hanno privilegiato il profitto piuttosto che l’ecosistema.
La natura deve essere tutelata e tutti i Paesi (e noi in primis) dovrebbero trovare il modo migliore per farlo.