
Dal 6 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020 il Palazzo Ducale di Mantova e Palazzo Te ospiteranno la mostra “Giulio Romano. Con nuova e stravagante maniera”.
L’architetto e pittore romano torna nella sua Mantova, la città che amava e che ha contribuito a elevare a importante centro artistico, storico e culturale.
Il percorso espositivo raccoglie più di 150 opere di Giulio Romano e vanta la collaborazione di importanti musei italiani e internazionali, dall’Albertina di Vienna all’Albert Museum di Londra fino al Louvre di Parigi che ha concesso un nucleo di settantadue disegni dell’artista.
Inoltre, oltre a dipinti, si possono ammirare stampe, arazzi e maioliche. Lo scopo dell’esposizione, infatti, è quello di illustrare la figura di Giulio Romano e la sua carriera, dagli esordi a Roma fino alla lunga e intensa attività a Mantova.
Mondadori Portfolio, in collaborazione con Electa, propone alcuni dei capolavori mantovani di Giulio Romano.
Polifemo

L’affresco con Polifemo è situato all’interno di Palazzo Te, sopra il caminetto della sala di Amore e Psiche, decorata da Giulio Romano e i suoi collaboratori tra il 1527 e il 1528.
La caduta dei Giganti

La Sala dei Giganti è senza dubbio una delle più famose stanze di Palazzo Te. Affrescata da Giulio Romano fra il 1531 e il 1536, la pittura copre tutte le superfici raccontando la vicenda senza interruzioni tra una parete e l’altra. Lo spettatore si pone al centro dell’evento e vi si trova immerso.

La sala si presenta a base quadrata sovrastata da un soffitto a cupola. Su quest’ultima è rappresentato Zeus che, con un fascio di fulmini, sconfigge i Giganti, ritratti a partire dal pavimento mentre stanno cercando di ascendere all’Olimpo.

L’episodio riprende il mito della Gigantomachia, la lotta dei Giganti contro Giove, come narrato da Ovidio. Rispetto al suo testo, dove i Giganti sono descritti come mostri dalle mille braccia, Giulio Romano li raffigura con sembianze umane.
Palazzo Te

Giulio Romano non è stato solo un grande pittore, ma anche un talentuoso architetto. Palazzo Te a Mantova ne è la prova. Viene edificato tra il 1527 e 1535 per volere di Francesco II che fa bonificare il terreno per renderlo adatto all’addestramento dei suoi cavalli di razza. Nella foto, veduta angolare del palazzo.
Giove, Nettuno e Plutone si spartiscono i tre regni

Luca da Faenza e Lucas de la Haye, su disegno di Giulio Romano, “Giove, Nettuno e Plutone si spartiscono i tre regni”, 1536-1538, Palazzo Ducale di Mantova. I fratelli Giove, Plutone e Nettuno, rappresentati come tre adolescenti nudi coperti solo da mantelli, si dispongono intorno a un vaso d’argento, al centro della scena; le tre divinità si stanno spartendo cieli, mari e inferi, raffigurati in forma simbolica nel paesaggio sullo sfondo.
Menadi danzanti con musici

Nella Camera di Ovidio di Palazzo Te si possono ammirare le “Menadi danzanti con musici” (1527-1528). Il fregio raffigura tre menadi danzanti, con tuniche leggere e vaporose, accompagnate da un musico che suona due lunghi flauti e da due putti danzanti.
Diomede uccide Tideo, Phineo e Pandaro

“Diomede uccide Tideo, Phineo e Pandaro” è un affresco dipinto da Giulio Romano presso la Corte Nuova del Palazzo Ducale di Mantova.
Sala di Troia

Particolare del soffitto della Sala di Troia del Palazzo Ducale di Mantova, affrescato nel 1538 da Giulio Romano.