
La pittura “di genere”
A 320 anni dalla sua nascita, Mondadori Portfolio omaggia il pittore veneziano Pietro Longhi.
Il solletico

La tela raffigura un gruppo di persone immortalate in una scena domestica. Due donne, scherzosamente, fanno il solletico ad un uomo che riposa su di una sedia. Una terza figura osserva la scena. L’interno è ricco di suppellettili, alla parete sono appesi un quadro e uno specchio. Notando le ombre dei soggetti riflessi sul pavimento, si nota un sapiente uso del chiaroscuro. (
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I primi anni
Pietro Longhi, all’anagrafe Pietro Falca, nasce a Venezia il 15 novembre 1702.
Nonostante la giovanissima età, dimostra presto un’attitudine all’arte. Il padre decide, dunque, di mandarlo a studiare dal pittore veronese Antonio Balestra. Questo’ultimo, dopo diversi anni di preparazione, invia Pietro a Bologna raccomandandolo a Giuseppe Crespi detto lo Spagnoletto.
Caduta dei giganti

Quest’affresco, conservato alla Ca’ Sagredo di Venezia, rappresenta Zeus che, adirato, scaglia con la mano destra un fascio di saette. Il dio cavalca un’imponente aquila nera, la quale tiene altrettante saette nel becco. Tutt’intorno, su uno sfondo color salmone, si vedono figure mitologiche e alcuni putti. La foto raffigura un particolare della lotta tra Zeus e i Giganti, colta in prospettiva dal basso. (
La fase della pittura religiosa
Verso il 1730 Pietro Longhi dipinge la sua prima opera documentata, la grande pala del presbiterio della parrocchiale di San Pellegrino Terme a Bergamo, raffigurante il santo condannato al supplizio.
Nei primi anni Trenta del Settecento sposa Caterina Maria Rizzi, dalla quale avrà dieci figli, e risulta iscritto alla Fraglia dei pittori di Venezia.
Nel 1934 firma e data gli affreschi dello scalone di Palazzo Sagredo.
San Pellegrino condannato al martirio dall’imperatore Gallieno

Questo olio su tela, datato 1730, mostra l’imperatore Gallieno in cima a una scalinata, vista di scorcio. L’uomo è avvolto da un mantello rosso e indica, condannandolo al martirio, San Pellegrino. Quest’ultimo, in abiti vescovili, occupa il centro del dipinto, qualche scalino più in basso; rivolge lo sguardo verso l’alto e spalanca le braccia in un gesto di stupore mentre un uomo lo trattiene a forza e un altro, alle sue spalle, si inginocchia appoggiandosi a una grande spada. In cielo si affacciano a un cumulo di nuvole due putti che stringono tra le mani una corona e una palma, simboli del martirio. In secondo piano la folla ascolta la sentenza e, sullo sfondo a destra, si scorgono edifici monumentali. (
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La pittura di genere
Dopo le opere religiose, dal 1741 Longhi inizia la produzione “di genere“ con la prima scena di vita veneziana: il “concertino delle Gallerie dell’Accademia di Venezia”.
La fama del pittore cresce e le sue composizioni artistiche apprezzate, tanto che nel 1570 Carlo Goldoni gli dedica un sonetto: “Longhi tu che la mia Musa sorella chiami del tuo pennel che cerca il vero…“.
Lo studio dell’artista
L’ingresso all’Accademia di Venezia
Il 31 dicembre 1756, per volere del comitato presieduto da Giambattista Tiepolo, Pietro Longhi entra all’Accademia di Venezia. Vi insegna, a più riprese, fino al 1780.
La sua pittura assume caratteristiche ben definite, passa dai forti contrasti cromatici iniziali a modulazioni luminose delicate, fino a una stesura tonale sottile con un uso discreto di ombre colorate.
Monaci canonici e frati di Venezia e isole vicine
L’opera è del 1761 e si trova presso la Fondazione Querini Stampalia di Venezia. Osserviamo dei monaci appartenenti a vari ordini religiosi riuniti in una grande biblioteca di cui è visibile solo una parte. Alcuni di loro hanno lo sguardo rivolto verso l’osservatore, altri sono intenti nella lettura o in altre azioni; uno, ad esempio, osserva un mappamondo e un altro, seduto, sta mangiando qualcosa con le mani. ( )
Gli ultimi anni
Nel febbraio 1761 Gasparo Gozzi loda la pittura di Longhi sulle pagine dell’ “Osservatore Veneto”.
Nel 1763 viene posto alla direzione dell’Accademia di Disegno e di Intaglio istituita dalla famiglia Pisani. Partecipa, inoltre, nell’aprile del 1779, all’elezione ad accademico di Antonio Canova.
Pietro Longhi muore a Venezia l’8 maggio 1785 a causa di un mal di petto.
Ritratto di Francesco Guardi
Siamo di fronte al ritratto del pittore italiano Francesco Guardi. È in piedi, porta una parrucca bianca, indossa un jabot di merletto, una camicia con maniche a sbuffo e un elegante mantello annodato sulla spalla. Nella mano destra tiene un pennello e nella sinistra la tavolozza con alcuni colori. Volge lo sguardo verso l’osservatore accennando un leggero sorriso. ( )