Il 27 febbraio ricorre il novantesimo anniversario della nascita dell’attrice inglese Elizabeth Taylor.
Una delle più grandi star di Hollywood e, senza dubbio, una delle attrici più affascinanti della storia del cinema.
Nel 1960 vince un Oscar per Venere in visone, in cui interpreta una squillo di lusso, e per tutta la sua vita è in prima linea nella lotta contro l’AIDS. La sua fama è spesso connessa anche alla sua burrascosa vita sentimentale: fa avanti e indietro dall’altare ben quattro volte e, per questo, guadagna l’epiteto di “sfascia famiglie”.
Bruna e dai grandi occhi verde-azzurro, Elizabeth Taylor nasce a Londra il 27 febbraio 1932. Con lo scoppio del secondo conflitto mondiale, si trasferisce con la famiglia in America e, a soli dieci anni, debutta al cinema in There’s One Born Every Minute. Ha una piccola parte, ma il pubblico ne è già innamorato.
Firmato il contratto con la Metro Goldwyn Mayer, la Taylor interpreta spesso il ruolo di una giovane e fragile protagonista. Con il passare del tempo, l’attrice inizia a sviluppare disinvoltura e forza di carattere così, a partire dai primi anni ’50, si libera del personaggio della ragazzina fragile e disincantata per passare a quello di donna matura e consapevole.
Elizabeth Taylor affronta ruoli di donne conturbanti e risolute ma che, in realtà, celano insicurezze e sentimenti contrastanti. A tal proposito la ricordiamo come la bella e insoddisfatta moglie di un ex-atleta nevrotico in La gatta sul tetto che scotta (1958) di Richard Brooks, tratto dal celebre dramma teatrale di Tennessee Williams.
La carriera della Taylor non è certo sempre stata costellata di successi.
Non possiamo non citare la travagliata lavorazione di Cleopatra (1960). Il budget è tra i più elevati della storia di Hollywood, si prospetta un grande kolossal. Tuttavia, tra cambi alla regia e problemi tecnici, il film è un enorme fiasco. L’interpretazione di Elizabeth nei panni della “regina del Nilo” è comunque convincente.
La movimentata vita coniugale di Elizabeth Taylor ha un riscontro anche nei suoi film: tanto per citarne uno, Chi ha paura di Virginia Woolf? (Who’s Afraid of Virginia Woolf?, 1966) di Mike Nichols. La sua performance è straordinaria: non ha paura di ingrassare e farsi imbruttire, beffeggiando così il suo status di sex-symbol di Hollywood. Per questa sua magnifica interpretazione riceve un premio Oscar.