In occasione del 30° anniversario dalla sua morte, non possiamo non ricordare l’intramontabile Sergio Leone.
Uno dei più importanti registi della storia del cinema e massimo esponente del genere spaghetti-western.
La sua regia ha contribuito a una nuova rinascita del western negli anni ’60: Leone abbandona gli stereotipi americani del cowboy e dell’indiano sostituendoli con degli antieroi, personaggi complessi, astuti, vendicativi, spesso senza scrupoli.
Mondadori Portfolio, in collaborazione con Mary Evans Picture Library Film Collection, rende omaggio a Sergio Leone ricordando le sue sette, memorabili pellicole.
Leone inaugura la sua carriera cinematografica nel momento in cui si avvicina al peplum, un genere basato sulle azioni eroiche di soldati e imperatori greci e romani. Collabora, prima, come assistente alla regia per il colossal Ben-Hur di William Wyler (1959); in seguito, debutta come regista nel 1961 con il film Il colosso di Rodi.
Nei primi anni Sessanta, scemata la richiesta di peplum, Leone si presenta come il pioniere della rinascita del western, dando vita a un proprio sottogenere di matrice tutta italiana, lo spaghetti-western.
La trilogia del dollaro.
Per un pugno di dollari, del 1964, è una delle più famose pellicole di questa categoria. Leone omaggia quel genere che aveva avuto successo negli Stati Uniti negli anni Trenta e Quaranta con i film di John Ford e John Wayne, arricchendolo però di elementi nuovi ed originali.
I due film seguenti, Per qualche dollaro in più (1965) e Il buono, il brutto, il cattivo (1966), completano la cosiddetta Trilogia del Dollaro. Per tutte e tre le pellicole, Leone si avvale della collaborazione di Ennio Morricone, autore di colonne sonore che lo consacrano come uno dei più apprezzati compositori al mondo.
Nel 1967 Leone dirige il western C’era una volta il West insieme a Bernardo Bertolucci e Dario Argento, quest’ultimo, all’epoca, ancora sconosciuto.
Nel 1971 Sergio Leone lavora a Giù la testa, la pellicola in cui manifesta più apertamente le sue riflessioni politiche. Un film considerato scomodo visto il messaggio di Mao Tse-Tung prima dei titoli d’apertura, una chiara esortazione alla rivoluzione. Nel 1972 gli vale il David di Donatello come miglior regista.
Arriviamo all’ultimo capolavoro di Sergio Leone, la pellicola di chiusura de La Trilogia del Tempo, la cui lavorazione ha richiesto ben dieci anni: C’era una volta in America (1984) con Robert De Niro, James Woods, Jennifer Connelly, Elizabeth McGovern e la colonna sonora di Ennio Morricone. Rinnovando il lessico dei gangster movie, nel 1985 è nominato per prestigiosi premi e vince il Nastro d’argento come regista del miglior film.