
A 100 anni dalla sua nascita, non potevamo non rendere omaggio a uno dei geni assoluti del cinema: Federico Fellini.
Uno dei più celebrati registi italiani di tutti i tempi, Fellini nasce a Rimini il 20 gennaio 1920.
La sua carriera comincia come vignettista per varie riviste e per la “Domenica del Corriere”.
Si stabilisce a Roma nel 1939 e inizia a scrivere copioni e sceneggiature (ad esempio, con Rossellini, scrive Roma città aperta e Paisà), frequentare il mondo dell’avanspettacolo e della radio. Diventa, così, uno dei protagonisti del neorealismo.
Nel 1952 Fellini dirige il suo primo film, Lo sceicco bianco. Da questo momento, il talento di Fellini viene riconosciuto ovunque e il resto è ormai storia.
Ripercorriamo la carriera di Federico Fellini con una carrellata dei suoi capolavori cinematografici.
Lo sceicco bianco

“Lo sceicco bianco”, pellicola del 1952 con Alberto Sordi e Giulietta Masina, moglie di Federico Fellini, narra le peripezie di due novelli sposini in viaggio di nozze a Roma tra disavventure, fughe e bugie.
I vitelloni

Con “I vitelloni” (1953) la nomea di Federico Fellini varca i confini italiani e viene conosciuta all’estero. Il film segue le vicende di cinque uomini nella sonnolenta e isolata Rimini. Il regista conosceva bene la vita in questa città, luogo della sua infanzia, e restituisce il profilo di una comunità chiusa, in cui succedono sempre le stesse, pochissime cose, e dove le proprie fantasie sono destinate a non avere sbocco.
La strada

L’anno dopo con “La strada” Federico Fellini conquista l’Oscar. È la consacrazione internazionale della sua carriera. La storia della dolce e sensibile Gelsomina, interpretata da Giulietta Masina, colpisce in profondità e rivela a noi e a Zampanò, zingaro girovago violento e insensibile, il vero significato della vita.
Le notti di Cabiria

La protagonista di “Le notti di Cabiria” è sempre Giulietta Masina, personaggio di primo piano in tutti i primi film del marito. Qui veste i panni della “Cabiria”, una prostituta ingenua e generosa, che paga con atroci delusioni la fiducia che ripone nel prossimo. Nella foto Federico Fellini bacia sua moglie all’aeroporto di Ciampino dopo aver ritirato a New York il premio Oscar per “Le notti di Cabiria” (1957).
La dolce vita

Palma d’oro a Cannes e considerato uno dei capolavori di Fellini, “La dolce vita” testimonia, attraverso gli occhi di un giornalista di servizi scandalistici (Marcello Mastroianni), la vita mondana della Roma degli anni Sessanta e la caduta progressiva dei valori della società contemporanea.
8½

Nel 1963 esce “8½”, una delle migliori pellicole cinematografiche di tutti i tempi. Un connubio tra realtà e sogno, tra vita presente e ricordi passati, incarnata dal personaggio di Guido (Marcello Mastroianni), regista stanco e annoiato che racconta senza filtri la sua crisi professionale e umana. La pellicola trionfa agli Oscar come miglior film straniero e migliori costumi.
Amarcord

Il titolo di questo film deriva da una frase romagnola “a m’arcord”, ovvero “io mi ricordo”. La pellicola, infatti, appare come un ricordo di Fellini della sua Rimini e racconta la vita del borgo e dei suoi abitanti. Tra questi, Fellini pone in risalto il personaggio di Titta Biondi, seguendo le sue vicende dall’adolescenza fino alla maturità.
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