
Mondadori Portfolio è lieta di annunciare una nuova e illustre collaborazione con la Fototeca Storica Nazionale Ando Gilardi.
Si trova a Milano, in via degli Imbriani, 31 e prende il nome dal suo fondatore, il fotografo italiano Ando Gilardi. Quest’ultimo inizia a occuparsi di fotografia dal 1945, in seguito alla fine del secondo conflitto mondiale, quando una commissione lo incarica di raccogliere prove fotografiche per i processi ai criminali nazifascisti.
Nel 1959 Ando fonda la Fototeca Storica Nazionale e dagli anni Sessanta si dedica esclusivamente alla fotografia e alla ricerca storica, collaborando con prestigiose testate, organizzando mostre e dedicando del tempo anche alla fotografia d’avanguardia.
Nel 1979 fonda il “Gruppo Foto/gram” e, per tre anni, gira l’Italia tenendo corsi di fotografia. In seguito a tale esperienza, pubblica tre manuali ad uso degli insegnanti e progetta la Tri-camera Obscura, una macchina fotografica di cartone, prodotta industrialmente da Ilford, per l’insegnamento della fotografia.
Per Gilardi la ricerca fotografica diventa una missione, da portare avanti con umiltà e impegno. Una buona parte dell’archivio, ad esempio, è caratterizzata da istantanee scattate nei luoghi di lavoro, a documentare le condizioni di vita e di lavoro degli operai e delle loro famiglie.
Tale vocazione è oggi alimentata dalla Fototeca Storica Nazionale che così definisce il mestiere del fotografo e dell’archivista: “Chiunque possieda un apparecchio fotografico può catturare un istante da conservare. I cacciatori di istanti sono coraggiosi e appassionati: per mestiere, per diletto o per disperazione. Percepiscono un’attrazione irresistibile per il possesso di quel frammento di realtà. L’archivista esamina la preda, osserva i dettagli, indaga, deduce, si documenta, prova. Subito o anche a distanza di anni. A volte anche il cacciatore ne rimane sorpreso.”
Inauguriamo la partnership con la Fototeca Storica Nazionale Ando Gilardi attraverso alcune delle loro foto.

Ghitta Carell fu una fotografa ungherese ebrea. Si trasferì a Firenze nel 1924 dove intraprese la professione di fotografa. Si dedicherà nello specifico ai ritratti: i primi furono dedicati alla principessa di Piemonte, Maria Josè, la cui frequentazione prelude a una serie di rapporti con personalità eminenti degli anni del regime. Divenne così la ritrattista ufficiale dei Reali d’Italia, immortalati da soli o con i figli, ed eseguì scatti a vari personaggi della cultura, politica, nobiltà e borghesia romana. Con la promulgazione delle leggi razziali nel 1938, Ghitta Carell non fu perseguitata ma il suo nome venne spesso censurato. Ghitta Carell conobbe Ando Gilardi a Roma, nella seconda metà degli anni Sessanta, entrambi fotografi di origine ebraica e vittime delle leggi razziali. La Fototeca raccoglie molte foto della Carell, come quella di Isabella Colonna, principessa libanese consorte di Marcantonio VII Colonna, personalità influente dell’élite romana e sostenitrice del fascismo fin dall’ascesa di Mussolini. Nello scatto viene ritratta con il figlio Aspreno Colonna.

Operai in posa nel cantiere di un frantoio edile, dinnanzi alla macchina frangipietre. Alcuni impugnano la pala, al centro del gruppo una cassetta di vino. Italia, 1900 circa.

Dariush Radpour, in arte “Dariush”, è nato in Iran ma dal 1980 vive in Italia, prima a Roma e poi a Lecce. Collabora come ritrattista e illustratore satirico con importanti giornali italiani e statunitensi e il suo ampio repertorio è stato acquisito in Fototeca Gilardi nel dicembre 2014. Nella foto il ritratto del pianista, compositore, direttore d’orchestra e musicista italiano Giovanni Allevi, disegno a matita lavorato digitale.

Raffaella Milandri è un’instancabile viaggiatrice e durante i suoi viaggi immortala particelle d’umanità attraverso l’obiettivo della sua macchina fotografica. Il suo interesse è incentrato sulle popolazioni più antiche e lontane da noi, sia in termini geografici che culturali, soprattutto quelle più deboli e minacciate di estinzione. Nella foto una donna con bambino in un villaggio della tribù Kutia, in India. Orissa, 2010.

Segno zodiacale del Leone (23 luglio – 23 agosto), segno di fuoco, in un’incisione tratta da un almanacco italiano del 1910. Elaborazione grafica “effetto mirage” di Elena Piccini. Italia, 2020.

Milano, Galleria Vittorio Emanuele. L’ottagono con l’argenteria di Ginevra Gianese vedova Bernasconi, aperta come prestigiosa rivendita dei prodotti del laboratorio artigianale di via Speronari, e sopra al negozio le finestre della sede C.A.I. di Milano. Cartolina postale, Fotostampa di A. Traldi. Milano, circa 1920.

Edicola per la vendita di giornali, periodici e cartoline illustrate ai viaggiatori della stazione Termini di Roma. Tre signore esaminano la merce esposta. L’insegna luminosa pubblicizza la testata de “Il Giornale d’Italia”. Fotografia di Ando Gilardi. Italia, 1955 circa.

Terremoto Calabro-Siculo del 1908. Palmi (Calabria) Accampamento militare. Gli uomini riordinano gli zaini ammucchiati fra le tende. Il terribile sisma di magnitudo 7,2 ha contato fra le 90.000 e le 120.000 vittime in tutta la zona colpita. Cartolina postale da una serie edita dalla Croce Rossa a sottoscrizione per i terremotati, sistema mediatico pionieristico per la raccolta dei fondi a favore delle vittime di catastrofe naturale, quello che nell’era digitale avviene tramite gli spot che sollecitano l’invio di SMS. Il terremoto è durato per 37 interminabili secondi, a partire dalle 05:21 del 28 dicembre 1908.

Mussolini tra le madri italiane durante una manifestazione del regime. Da “Duce e popolo”, volume di propaganda di regime. Italia, 1942.