
Il film tratto da Il Cerchio, bestseller di Dave Eggers pubblicato in Italia nel 2014 da Mondadori, sbarcherà nelle sale italiane il 27 aprile. Abbiamo intervistato Federica Manzon, editor di narrativa straniera letteraria in Mondadori e di Dave Eggers.
La trasposizione cinematografica del romanzo si annuncia essere uno dei blockbuster dell’anno. La storia, incentrata sul controllo degli individui nelle società ipertecnologiche, vede come protagonisti Tom Hanks nella parte di Eamon Bailey, l’ambiguo fondatore della compagnia e promotore della trasparenza assoluta, dell’identità condivisa con l’annullamento del concetto di privacy e Emma Watson nei panni di Mae, una ambiziosa neoassunta al Cerchio – un’ambitissima società tecnologica e versione futuristica di Google o Facebook – che fa della condivisione la sua missione.

La forma circolare attrae architetti e guru tecnologici, tanto che l’Apple Campus, di prossima inaugurazione, avrà proprio una forma ad anello
Federica, come si svolge il tuo lavoro?
Fare l’editor di narrativa straniera significa che leggo i libri stranieri, nelle lingue che conosco e negli altri casi mi affido a dei lettori, li valuto e scelgo quelli che mi piacerebbe pubblicare. Se riesco a ottenerne i diritti di traduzione – dopo aste più o meno combattute – mi occupo della parte che riguarda la pubblicazione: scelta del traduttore, lavoro assieme alle altre parti della casa editrice sul testo, la copertina, le azioni migliori per far conoscere un preciso libro ai suoi potenziali lettori.

Dave Eggers, 47 anni, ha esordito nel mondo letterario con L’opera struggente di un formidabile genio che gli è valsa nel 2000 a soli 30 anni la candidatura per il Premio Pulitzer per la narrativa. I suoi romanzi sono pubblicati in Italia di Mondadori e l’ultimo, Eroi della frontiera, è stato pubblicato nel 2017
Com’è stato recepito Il Cerchio in Italia?
Anche nel nostro paese la critica lo ha definito un punto di svolta nella produzione di Eggers che, dopo il fortunato esordio L’opera struggente del formidabile genio, aveva incontrato qualche difficoltà tra i lettori italiani. Il Cerchio è stato letto come una presa di distanza da un certo postmodernismo, in direzione di un’opera più matura, più realista, dove la critica sociale sostituisce in modo confortevole la complessità metaletteraria e la lingua si fa più essenziale, priva di compiacimenti. Un romanzo che sembra traghettare il suo autore verso un pubblico più mainstream.
Come collochi Il Cerchio nel panorama delle distopie letterarie?
Il Cerchio non è una distopia nella misura in cui non trasfigura il presente attraverso l’immaginazione per dare vita a un’invenzione letteraria visionaria, cioè anticipatrice nei secoli. È piuttosto un romanzo che mette sotto la lente d’ingrandimento l’America contemporanea: la privacy, la crisi economica e l’invasione della tecnologia nelle nostre vite, l’ossessione per la verità. E in questo, più che a Huxley o Dick, sembra rifarsi a una tradizione americana di inizio Novecento che ha le sue punte in autori come Upton Sinclair e John Dos Passos.

Thomas Jeffrey “Tom” Hanks, 61 anni, ha prodotto il film nel quale interpreterà l’enigmatico Eamon Bailey, fautore della trasparenza e condivisione assoluta
Com’è lavorare con uno scrittore come Eggers?
Il lavoro con gli autori stranieri è molto diverso da quello con gli italiani. Non si interviene sul testo e non c’è nessun confronto sulla pagina (semmai questo avviene con il traduttore per la resa di certi passaggi). C’è invece il lavoro per la promozione del libro. Dalla copertina alle interviste, gli inviti ai festival. Dave Eggers appartiene a quella categoria d’autori capaci di catturarci non solo con le parole scritte ma anche nell’incontro, raccontando della propria opera e della propria esperienza di scrittore, ma anche delle sue molteplici attività, tra cui l’interessante esperienza di 826 Valencia la scuola dove insegna a bambini e adolescenti con difficoltà scolastiche che scrivere e leggere può essere emozionante.
I libri scritti da Eggers sono molto differenti gli uni dagli altri come stile e contenuti. Secondo te qual è il tratto comune della sua opera?
L’occhio con cui Eggers indaga la realtà. Che si tratti di due fratellini alle prese con egocentrismo gioventù e responsabilità, di un immigrato siriano, di un disoccupato in cerca di un’ultima chance nel mezzo del deserto, o di una ragazza appena assunta dalla company dei sogni, racconta i nostri sentimenti (nei casi migliori) e la nostra società con sguardo di outsider, da una posizione laterale che fugge i luoghi comuni.

Il film che ha consacrato Tom Hanks rendendolo riconoscibile al grande pubblico è stato Forrest Gump, con la regia di Robert Zemeckis. Hanks aveva vinto un premio Oscar anche l’anno precedente grazie alla sua interpretazione del film Philadelphia
Mi è piaciuto molto il cerchio, cosa mi consigli di leggere di simile?
Direi Richard Powers Orfeo, E.L. Doctorw La coscienza di Andrei, Don De Lillo Zero K e Rumore bianco, David Foster Wallace Infinite Jest e William T. Vollmann I racconti dell’arcobaleno