
Il 2 settembre di 110 anni fa viene a mancare uno dei più originali e autentici artisti naif della pittura moderna: Henri Rousseau.
Rousseau nasce a Laval, città della regione della Loira, nel maggio del 1844. Suo tratto distintivo sono le colorate e lussureggianti rappresentazione della giungla.
Henri Rousseau è un autodidatta e il suo interesse per i paesaggi esotici deriva dai racconti dei reduci dalla campagna francese in Messico a sostegno dell’imperatore Massimiliano.
Affascinato dalle descrizioni di quel paese, Rousseau elabora uno stile primitivo, caratterizzato da colori vivaci, un disegno bidimensionale e soggetti fantasiosi.
Inizialmente criticato per le sue raffigurazioni a tratti al limite dell’improbabile, Henri Rousseau viene rivalutato. L’immaginare e porre su tela contesti che non aveva mai visto, se non in foto o in riviste, sono in realtà espressione della sua autenticità e della voglia di superare le regole accademiche a favore della sua interiorità.
Mondadori Portfolio omaggia il contributo artistico di Henri Rousseau con una gallery dei suoi capolavori.
Il sogno

Sarà negli anni Novanta dell’Ottocento che Rousseau passa a raffigurazioni fantastiche. Esse sono caratterizzate da paesaggi tropicali con figure umane che giocano o riposano e animali, immobili e vigili, come ipnotizzati da qualcosa di misterioso. Nel celebre dipinto “Il sogno” (1910), ad esempio, egli rappresenta una figura nuda distesa su un divano, immersa in una giungla dai colori vividi, con piante rigogliose, leoni nascosti tra il verde e altri animali.
La zingara addormentata

Nel quadro viene rappresentata una zingara che dorme al chiaro DI luna, mentre un leone si avvicina. L’ambientazione è surreale: il leone non aggredisce la zingara e la luce lunare rende il contesto magico e onirico. La scena riprende un diffuso stereotipo del tempo riguardo agli zingari, pensati come viandanti (la giara e la chitarra ne sono il simbolo) e dotati di oscuri poteri magici.
La foresta tropicale con le scimmie

“La foresta tropicale con le scimmie” è stata dipinta durante gli ultimi mesi di vita di Henri Rousseau. Mostra uno dei suoi ormai noti paesaggi esotici: lussureggiante, tropicale e vergine. Molti degli animali realizzati da Rousseau presentano volti e atteggiamenti umani; in questo caso, le due scimmie centrali tengono in mano dei bastoncini verdi che ricordano delle canne da pesca. Le creature antropomorfizzate di Rousseau, dunque, non sono veri animali selvatici ma, piuttosto, il simbolo di una civiltà in fuga dalla “giungla” quotidiana di Parigi.
I giocatori di football

Henri Rousseau immortala anche scene della quotidianità della Parigi del suo tempo. Nel primo decennio del Novecento, il “rugby football” riscuote grande successo nella capitale francese. Il pittore decide di raffigurare quattro signori intenti a giocare con una palla ovale in un parco. Ciò che si percepisce osservando il dipinto è un’atmosfera fantastica, quasi onirica. La composizione è semplice e ordinata, gli alberi formano una X al cui centro si trovano i giocatori. Gli uomini sembrano troppo grandi rispetto alle piante, i loro corpi sono piatti e bidimensionali e le posizioni che assumono appaiono improbabili dal punto di vista anatomico. Inoltre, non esistono ombre; tutto è immerso in una luce uniforme e dai toni vividi, contribuendo a conferire un senso quasi magico alla scena.
Il leone affamato si getta sull’antilope

L’opera viene esposta nel 1905 al Salon d’Automne di Parigi e aspramente criticata. Come in altre tele di Rousseau, uno degli aspetti più originali del suo stile è l’appiattimento dei soggetti. Influenzato dai contemporanei impressionisti o semplicemente dalla propria visione artistica, i dipinti della giungla mancano di solidità e tridimensionalità. Ricordano quasi delle scenografie teatrali, caratterizzate da forme semplici e sagomate così da ricreare l’effetto di ritagli sovrapposti.
Il centenario dell’Indipendenza

Henri Rousseau commemora il centesimo anniversario della proclamazione della prima Repubblica francese nel 1792. I contadini, raffigurati in forme sagomate e dai colori brillanti, ballano la “farandole”, una danza popolare della Francia meridionale, intorno a tre alberi della libertà e due figure femminili che rappresentano la Prima e la Terza Repubblica. Rousseau copia i ballerini da un’illustrazione di una rivista francese e aggiunge gli striscioni sventolanti, i poli della libertà e le figure allegoriche, come ad esempio i leader repubblicani sulla destra, simbolo della solidità della Repubblica francese.
Io, ritratto-paesaggio

“Io, ritratto-paesaggio” (titolo originale “Moi-même”) è un olio su tela datato 1890. Si tratta di un autoritratto in cui Rousseau si pone in primo piano a figura intera, con lo sfondo del lungosenna. Il quadro vuole essere una testimonianza della modernità di Parigi alla fine del XIX secolo. A sinistra, infatti, si nota appena la Tour Eiffel, al centro della composizione campeggia un ponte di metallo e in cielo si scorge una mongolfiera. L’abolizione della prospettiva, delle proporzioni e dei colori naturali, tutti elementi che sollevano critiche nei confronti di Henri Rousseau, mette in risalto il soggetto autoritratto, elegantemente vestito di nero e con in mano pennello e tavolozza.