Ombretta Colli: sensualità e talento negli anni ’60
Un connubio perfetto tra bellezza, esuberanza e un talento poliedrico, sullo sfondo dei mitici anni ’60: stiamo parlando di Ombretta Colli.
La sua luminosa carriera inizia proprio nel 1960, quando si aggiudica la seconda posizione alle selezioni di Miss Italia. Grandi occhi scuri e una sensualità provocante ma mai spinta, Ombretta Colli scala le vette del successo.
Tra gli anni ’60 e ’70 si afferma come uno dei personaggi più iconici del panorama italiano, tanto da realizzare un servizio fotografico per la rivista erotica “Playmen“.
La carriera artistica di Ombretta Colli
Debutta come cantante nel 1964 dopo aver ottenuto un contratto discografico con la CGD e, cinque anni dopo, gareggia a “Canzonissima”.
Gli anni ’70 vedono la partecipazione della Colli a “Un disco per l’estate” e al “Cantagiro“. Nel 1983 viene pubblicato “Cocco fresco, cocco bello”, brano scritto da Franco Battiato e, nello stesso anno, è ospite negli spettacoli della tournée in Russia di Gianni Morandi.
Ombretta Colli conquista il piccolo e il grande schermo
Ombretta vanta anche una carriera come attrice. Recita in diversi film e ha l’occasione di lavorare con grandi registi, nomi del calibro di Ettore Scola giusto per citarne uno.
Nel 1975 partecipa con Paolo Villaggio alla miniserie televisiva “Giandomenico Fracchia – Sogni proibiti di uno di noi” e, l’anno seguente, è protagonista del programma “Rete tre” insieme, tra gli altri, a Gianni Morandi.
Nel febbraio del 1979 va in onda sulla Rete 2 una commedia musicale in due puntate dal titolo “Profumo di classe”, regia di Giorgio Capitani e interpretata dalla Colli e da Aldo Maccione.
Ombretta Colli e Giorgio Gaber
Il 12 aprile 1965 Ombretta Colli convola a nozze con il cantautore Giorgio Gaber.
Un amore durato quarant’anni, un sodalizio artistico e sentimentale nel quale la coppia condivide canzoni, teatro, televisione e politica.
Insieme conducono alcuni varietà televisivi, come “Giochiamo agli anni Trenta” nel 1968 e “È domenica, ma senza impegno” nel 1969.