Dal 1° maggio il Mudec di Milano inaugura una rassegna dedicata all’artista americano Roy Lichtenstein.
La mostra, curata da Gianni Mercurio e promossa dal Comune di Milano-Cultura e da 24 ORE Cultura, raccoglie circa 100 opere di uno dei maggiori esponenti della Pop Art.
Con uno stile ricercato ed immediatamente riconoscibile, Roy Lichtenstein ha rivoluzionato il linguaggio artistico, prendendo un genere come il fumetto, espressione della cultura di massa, e rendendolo arte.
I fumetti di Lichtenstein non sono mai banali; sono il risultato di un confronto tra l’arte del Novecento e una personale visione dell’artista.
Nel 1943, durante la Seconda Guerra Mondiale, Lichtenstein è chiamato alle armi. Il mondo militare sarà d’ispirazione per la realizzazione di fumetti ispirati alla guerra. Pare, infatti, che un suo superiore gli chiese di riprodurre delle vignette ambientate al fronte.
Lichtenstein è stato uno dei più importanti esponenti della Pop Art, insieme al celebre ed eccentrico Andy Warhol. Entrambi condividono anche il legame con la città di New York in anni di grande fermento artistico e fiducia nel futuro.
L’obiettivo di Roy Lichtenstein di prendere un mezzo espressivo comune come il fumetto e renderlo arte è in linea con la Pop Art: prendere oggetti ordinari e trasformarli, tracciando una linea netta con il passato e sorprendendo il pubblico.
La carriera di Lichtenstein non è legata solo alla fumettistica. Ha realizzato tantissime serie, tra cui i Brushstrokes, caratterizzati da pennellate di colore, e i Chinese Landscapes, in cui omaggia i pittori orientali.
Un’altra serie firmata da Lichtenstein è la riproduzione di figure ispirate ai maestri del passato quali Picasso, Monet, Matisse e Van Gogh. Ricordiamo Girl with Tear (1977), una tela che è in realtà un pretesto per rielaborare la storia dell’arte attraverso un nuovo linguaggio.