Il 20 agosto ricorre il 120° anniversario dalla nascita del poeta ermetico Salvatore Quasimodo.
Nato a Modica il 20 agosto 1901, si trasferisce con la famiglia a Messina dopo il tremendo terremoto del 1908, vivendo inizialmente all’interno dei vagoni ferroviari, come molti altri sfollati. Negli anni messinesi Quasimodo comincia a scrivere versi che pubblica su riviste simboliste locali. Nasce così il primo nucleo di “Acque e terre“.
Nel 1929 si reca a Firenze dove il cognato Elio Vittorini lo introduce nell’ambiente di “Solaria“, rivista fondata da Alberto Carocci, dove ha modo di conoscere, tra gli altri, Eugenio Montale. Proprio per le edizioni di “Solaria” esce nel 1930 “Acque e terre”, accolto con entusiasmo dalla critica.
Nel 1934 si trasferisce a Milano. Inizia l’attività editoriale come segretario di Cesare Zavattini, il quale più tardi lo farà entrare nella redazione del settimanale “Il Tempo“.
Nel 1938 esce la prima importante raccolta antologica di Quasimodo, “Poesie”.
Nel 1941 gli viene concessa la cattedra di Letteratura Italiana presso il Conservatorio di musica “Giuseppe Verdi” di Milano. Insegnerà fino all’anno della sua morte.
Durante la guerra affianca alla propria produzione un’intensa attività di traduzioni, dalle opere classiche a quelle più recenti e d’oltralpe. Nel 1947 esce la sua prima raccolta del dopoguerra, “Giorno dopo giorno”, che si apre con una delle sue più celebri poesie, “Alle fronde dei salici“.
Il 10 dicembre 1959, a Stoccolma, Salvatore Quasimodo riceve il premio Nobel per la Letteratura. Muore, colpito da un ictus, il 14 giugno 1968.
Mondadori Portfolio ricorda il genio, il talento e la poliedricità di Quasimodo a 120 anni dalla sua nascita.