
Safari, una parola che evoca lunghi colli maculati, vento caldo e ocra, malinconia ed esotismo.
Nel nostro immaginario non c’è niente di più lontano dai vicoli umidi e bui di Le Havre, una città portuale a nord della Francia, e in generale le metropoli dell’Occidente non sono percepite con luoghi adatti ad avventurosi safari fotografici. Frank Deschandol e Philippe Sabine, fotografi dell’agenzia Biosphoto, partner di Mondadori Portfolio, ci raccontano in un’avventura notturna come cambia l’ambiente quando si spengono le luci.

Ricci e porcospini sono stati protagonisti di numerosi racconti. Il più “nobile” di questi è stato scritto dal filosofo Arthur Schopenhauer ed è raccolto nel volume “Parerga e Paralipomena”
Quando calano le tenebre nelle nostre città tutto cambia, e gli animali che di giorno se ne stanno rintanati, per abitudine o per paura dell’uomo e delle sue macchine, escono dai loro nascondigli e tornano padroni di un territorio che condividiamo a nostra insaputa.
Osservare gli animali selvatici, piccoli o grandi che siano – non aspettiamoci i giaguari a Le Havre e in Europa in generale – ci fa riflettere sulla nostra presenza, l’impatto dell’uomo e su quanto velocemente la natura si riapproprierà del territorio una volta che noi non ci saremo più. Gli animali che hanno immortalato Deschandol e Sabine sembrano usciti da fiabe e leggende medievali, con volpi, gufi, topi e salamandre.

Questo grazioso animaletto a prima vista potrebbe essere scambiato per un topo, invece è un quercino, un mammifero appartenente alla famiglia dei ghiri. Il quercino è diffuso in tutta Europa, sebbene sia stato notato un calo della popolazione. Ha abitudini notturne, e durante il giorno si ripara in cavità e anfratti.
Le persone che vivono in zone rurali sono abituate a incontrare quotidianamente ricci, volpi o pipistrelli, ma pensiamo allo sconcerto, e a volte al disgusto che ci assale quando un topolino incrocia il nostro cammino. Eppure i topi sono uno degli esempi faunistici più diffusi – dalla favola del Pifferaio di Hamelin al topino Remì protagonista del film Disney-Pixar Ratatouille – visto il rapporto di commensalismo che lega le due specie, dato che il topo approfitta degli scarti prodotti dall’uomo per nutrirsi senza per questo arrecare danno alcuno.

In quasi tutte le culture il gufo è stato considerato una creatura magica legata alla notte, in cui si muove e vola. Il gufo è protagonista di leggende in tutto il mondo, dalla Cina ai nativi americani passando per Harry Potter o La spada nella roccia.
Molto più elusivi e misteriosi sono gufi, allocchi e civette, predatori notturni per antonomasia e che solitamente è abbastanza difficile avvistare in città, a causa anche dell’inquinamento luminoso che scombussola i bioritmi degli animali. Ma visto che proprio i topi sono il piatto preferito degli allocchi, i nostri fotografi sono riusciti a immortalarne uno, nascosto nel cavo di un albero, durante una battuta di caccia notturna. In Italia l’allocco, grazie al ripopolamento della specie in tutta Europa, si può vedere frequentemente anche nelle grandi città con aree monumentali e parchi, come Pavia, Roma e Torino.

Nelle saghe popolari e nelle tradizioni alchemiche le salamandre sono creature del fuoco alle quali era attribuito il potere di far vivere le fiamme, riuscendo ad attraversarle rimanendo illese
Le salamandre – animali quasi mitologici alle quali sono attribuiti leggende e poteri magici sin dall’antichità tanto da divenire anche figura araldica e comparire sullo stemma di Francesco I re di Francia – non sono facili da vedere abitualmente nelle nostre città o nei parchi, pur essendo diffuse in Europa, Nord America e Asia. I nostri fotografi, grazie alla pazienza e alla capacità di appostarsi tipica del safari, sono però riusciti a trovare una salamandra a Le Havre, probabilmente vicino a una strada a scorrimento, viste le luci sullo sfondo.

La volpe, grazie alla sua leggiadria e alla sua astuzia, è protagonista di credenze e miti in tutto il mondo. In particolar modo è ricorrente nel folcrore giapponese, dove accanto ai templi non è raro vedere statue a forma di volpe. Alle volpi sono attribuiti poteri sovrannaturali, tra cui la capacità di cambiare aspetto e assumere sembianze umane.
La volpe rossa, quasi mimetizzata tra le sartie del porto, è uno dei predatori più adattabili del regno animale, sia per le abitudini di caccia – difatti pur essendo animali crepuscolari nelle zone fortemente antropizzate, come appunto il porto di Le Havre, le abitudini diventano notturne, sia per la varietà della sua dieta, che spazia dai ricci alla frutta. Non disdegnano inoltre piccoli pesci, e forse per questa ragione i fotografi l’hanno trovata nella zona del porto. La volpe ha una lunga storia di associazione con gli esseri umani, tanto da essere protagonista di diverse fiabe e leggende.