Safari, una parola che evoca lunghi colli maculati, vento caldo e ocra, malinconia ed esotismo.
Nel nostro immaginario non c’è niente di più lontano dai vicoli umidi e bui di Le Havre, una città portuale a nord della Francia, e in generale le metropoli dell’Occidente non sono percepite con luoghi adatti ad avventurosi safari fotografici. Frank Deschandol e Philippe Sabine, fotografi dell’agenzia Biosphoto, partner di Mondadori Portfolio, ci raccontano in un’avventura notturna come cambia l’ambiente quando si spengono le luci.
Quando calano le tenebre nelle nostre città tutto cambia, e gli animali che di giorno se ne stanno rintanati, per abitudine o per paura dell’uomo e delle sue macchine, escono dai loro nascondigli e tornano padroni di un territorio che condividiamo a nostra insaputa.
Osservare gli animali selvatici, piccoli o grandi che siano – non aspettiamoci i giaguari a Le Havre e in Europa in generale – ci fa riflettere sulla nostra presenza, l’impatto dell’uomo e su quanto velocemente la natura si riapproprierà del territorio una volta che noi non ci saremo più. Gli animali che hanno immortalato Deschandol e Sabine sembrano usciti da fiabe e leggende medievali, con volpi, gufi, topi e salamandre.
Le persone che vivono in zone rurali sono abituate a incontrare quotidianamente ricci, volpi o pipistrelli, ma pensiamo allo sconcerto, e a volte al disgusto che ci assale quando un topolino incrocia il nostro cammino. Eppure i topi sono uno degli esempi faunistici più diffusi – dalla favola del Pifferaio di Hamelin al topino Remì protagonista del film Disney-Pixar Ratatouille – visto il rapporto di commensalismo che lega le due specie, dato che il topo approfitta degli scarti prodotti dall’uomo per nutrirsi senza per questo arrecare danno alcuno.
Molto più elusivi e misteriosi sono gufi, allocchi e civette, predatori notturni per antonomasia e che solitamente è abbastanza difficile avvistare in città, a causa anche dell’inquinamento luminoso che scombussola i bioritmi degli animali. Ma visto che proprio i topi sono il piatto preferito degli allocchi, i nostri fotografi sono riusciti a immortalarne uno, nascosto nel cavo di un albero, durante una battuta di caccia notturna. In Italia l’allocco, grazie al ripopolamento della specie in tutta Europa, si può vedere frequentemente anche nelle grandi città con aree monumentali e parchi, come Pavia, Roma e Torino.
Le salamandre – animali quasi mitologici alle quali sono attribuiti leggende e poteri magici sin dall’antichità tanto da divenire anche figura araldica e comparire sullo stemma di Francesco I re di Francia – non sono facili da vedere abitualmente nelle nostre città o nei parchi, pur essendo diffuse in Europa, Nord America e Asia. I nostri fotografi, grazie alla pazienza e alla capacità di appostarsi tipica del safari, sono però riusciti a trovare una salamandra a Le Havre, probabilmente vicino a una strada a scorrimento, viste le luci sullo sfondo.
La volpe rossa, quasi mimetizzata tra le sartie del porto, è uno dei predatori più adattabili del regno animale, sia per le abitudini di caccia – difatti pur essendo animali crepuscolari nelle zone fortemente antropizzate, come appunto il porto di Le Havre, le abitudini diventano notturne, sia per la varietà della sua dieta, che spazia dai ricci alla frutta. Non disdegnano inoltre piccoli pesci, e forse per questa ragione i fotografi l’hanno trovata nella zona del porto. La volpe ha una lunga storia di associazione con gli esseri umani, tanto da essere protagonista di diverse fiabe e leggende.